Condominio

Valore Aggiunto : Il Registro degli amministratori sia controllato dallo Stato

Tag: condominio, valore aggiunto, controllo , registro amministratori

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In materia di registro degli amministratori di condominio, la posizione dell’associazione Valore Aggiunto Impresa si distingue da quella di numerose altre realtà del mondo condominiale chiamate dall’onorevole Jacopo Morrone a formulare le rispettive proposte a seguito del tavolo tecnico presso il Ministero della Giustizia dello scorso 9 maggio: “Accogliendo l’invito del Sottosegretario, Valore Aggiunto, nell’intento di dare voce agli amministratori e ai gestori immobiliari qualificati, che puntano a differenziarsi in un mercato distorto, privo di tutela sia per gli utenti finali che per la stessa categoria, si dichiara favorevole ad un vero e proprio albo con accesso alla professione di amministratore di condominio tramite esame di stato, perché ritiene che la nostra professione meriti di avere dignità e rispetto  pari a quella delle professioni ordinistiche. Non si teme di alzare troppo l’asticella, perché si ha la convinzione che questo sia il solo modo di riequilibrare il mercato con un’offerta selezionata, individuabile per competenza, formazione e abilitazione”.

Amministratori, associazioni, formazione

Valore Aggiunto, in particolare “ritiene fallimentare ed inadeguata l’attuale normativa, figlia di una riforma non al passo con i tempi (se così non fosse non sarebbe stato necessario il tavolo di lavoro) e non nutre assolutamente fiducia in un sistema che lascia carta bianca (in assenza di qualsiasi controllo) alle associazioni di categoria, che per lo più hanno il solo interesse di fare business con il numero degli iscritti e l’incasso delle quote associative. Valore Aggiunto, invece, vuole tutelare gli interessi degli amministratori di condominio professionisti e non quelli delle associazioni di categoria. Vogliamo l’amministratore al centro di una riforma che ne tuteli la professione”.

Tuttavia – precisa l’associazione – alla luce dei risultati emersi al tavolo di lavoro del 9 maggio, ci rendiamo perfettamente conto che, purtroppo, i tempi per una vera riforma risolutiva dei problemi della categoria non sono ancora maturi: sono troppo gli interessi in gioco, per lo più di chi ha tutto l’interesse affinché le cose rimangano in questo clima torbido e di incertezza. In mancanza di Albo, siamo dunque favorevoli, in seconda battuta, al registro degli amministratori di condominio telematico, purché sia controllato dallo Stato ed abbia la funzione di accertamento pubblico dell’idoneità del professionista; riteniamo che il ruolo delle associazioni debba limitarsi all’assistenza propedeutica alla formazione degli amministratori, che però dovrà essere valutata da una commissione statale, tramite esame di abilitazione. Ciò dovrà comportare la modificazione dell’attuale art. 71 disp.att. c.c., subordinando l’esercizio professionale all’ iscrizione obbligatoria a tale Registro”.

Le criticità della Legge 220/2012

In merito ad eventuali criticità della materia – puntualizza ancora l’associazione – avremmo molto da obiettare, ma per ragioni di sintesi ci soffermiamo su quello che riteniamo essere di carattere prioritario, come richiesto dal sottosegretario.

In tema di riforma della legge 220/12 siamo favorevoli ad una sostanziale modifica, che comprenda, tra le altre cose di:

  • stabilire la personalità giuridica del condominio;
  • prevedere un unico modello fiscale unificato del condominio;
  • stabilire un equo compenso dell’amministratore, proporzionale ai rischi ed alle responsabilità; 
  • avere certezza della durata del mandato, escludendo la revoca senza giusta causa;
  • prevedere equo trattamento previdenziale con una cassa al pari delle professioni ordinistiche;
  • imporre una polizza professionale obbligatoria dell’amministratore;
  • eliminare la figura dell’amministratore interno, figura anacronistica in un mercato moderno teso alla professionalità ed alla specializzazione.

In tema di riforma del d.m. 140/14, siamo favorevoli a:

  • innalzare la formazione iniziale ad almeno 300 ore;
  • prevedere l’aggiornamento periodico sulla base dell’anno solare;
  • innalzare la formazione periodica a 40 ore annue, senza necessità di esame;
  • accreditare presso il Ministero i Responsabili Scientifici e gli enti di formazione;
  • istituire controlli e sanzioni da parte del Ministero per l’inottemperanza alla norma sia nella formazione che nell’erogazione della stessa”.

Fonte: Quotidiano del condominio